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Swantalk
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L’importante è mantenere la giusta andatura ricordandosi che si sta facendo attività fisica e non passeggiando. Camminare è la miglior arma per vincere la battaglia alla sedentarietà e per avvicinarsi alla pratica motorio-sportiva senza mettere sotto stress il fisico. Non ha controindicazioni e persino persone che non hanno mai praticato uno sport o che sono in età avanzata possono praticarlo senza problemi.
Consigliata la prenotazione. ( cel.346.4026125)
Tutte le camminate sono gratuite .
Per spostamenti in macchina sono disponibili le condivisioni di posti .
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SCARPE : Nella camminata veloce, a differenza della corsa il piede tocca terra prima con il tallone, poi con un movimento di rullata, avviene il contatto di tutta la pianta, sino alle dita.
Le scarpe adatte quindi devono rispondere proprio proprio a questa specifica dinamica di movimento e si possono riassumere in due elementi fondamentali:
- tallone “smussato”, per agevolare e rendere più stabile l’appoggio;
- Suola particolarmente flessibile, per seguire al meglio la rullata del piede da abolire naturalmente le sneakers.
PROGRAMMA 2017
Domenica 2 Luglio ore 8 ritrovo Casa della Conoscenza, Casalecchio di Reno.
PERCORSO : VILLA SAMPIERI TALON -CA’ BIANCA –
distanza | 1,8 km | |
tempo | 45 min | |
difficoltà | bassa |
Alla Ca’ Bianca il paesaggio è aperto verso est su una radura lasciata a libera evoluzione nella quale vengono monitorate le specie erbacee che ripopolano l’area. Poiché il bosco tende a chiudere tutti gli spazi, la radura è mantenuta aperta controllando l’avanzare delle specie arboree.
Qui la strada parallela al Reno finisce contro un piccolo corso d’acqua che ha scavato un letto profondo; il tutto è invaso da un fitto cespuglieto. Un tempo la strada, incrociando molte strade laterali che attraversavano l’Appennino, proseguiva attraversando la vena del gesso con affioramenti di selenite dai quali veniva estratto materiale lapideo: di qui il suo nome “via Cavara”.
Oggi il percorso è ancora tracciato nelle vecchie carte ma sconnesso e difficilmente praticabile. Addentrandosi coraggiosamente nel cespuglieto è possibile ancora trovare pezzetti di gesso crudo che si sono distaccati dagli affioramenti rocciosi. Il gesso si riscalda molto con il sole e costituisce un microclima che consente l’insediarsi di una vegetazione di tipo mediterraneo (Phyllirea, Cistus salvifolius, specie rarissima in questa zona); ecco perché potrete osservare in questo punto, se avrete il coraggio di addentrarvi vegetazione legata ad un ambiente climatico totalmente diverso.
Continuando nell’ osservazione scorgerete sulla vostra sinistra un sentiero sterrato che porta alla ex casa colonica “Montagnola di Sopra”, oggi sede del Parco delle Associazioni che svolgono attività legate a questi luoghi e che consente poi di raggiungere la Basilica di S. Luca.
Nella parte collinare più a sud del Parco si può infine scorgere la zona dei calanchi dove la vegetazione è prevalentemente arbustiva ed è costituita soprattutto da rosa canina, ginestra, biancospino, rovo, prugnolo. Prevalgono le specie termofile ed eliofile.
Guardando in alto si scorgono impressionanti anfiteatri di calanchi di argille scagliose che danno al paesaggio una nota severa.
DOMENICA 9 LUGLIO ORE 8.30 Partenza dall’entrata principale Parco Talon
Parco della Chiusa – San Luca – Bregoli
Questo itinerario è tecnicamente semplice ma vario, non solo per gli ambienti attraversati ma anche dal punto di vista storico. Partenza dall’ingresso principale del Parco TALON adiacente alla chiesa di San Martino. Inizialmente si sviluppa lungo il viale alberato principale, questo incrocia una stradina asfaltata (Via Panoramica, ) In questo primo tratto è da segnalare Villa Sampieri.
Proseguendo oltre ci si addentra tra la vegetazione tramite uno stretto sentiero (Sentiero delle Montagnole), che, descrivendo un arco, ci porta sulla sommità del pianoro erboso e poco dopo alla Montagnola di Sopra, sede del Parco; da qui proseguiamo tenendo la destra. Poco dopo si giunge all’asfaltata Via di San Luca. Da qui si domina la prospiciente vallata del Fiume Reno ed oltre si può dare uno sguardo d’insieme alle alture dell’Appennino bolognese.
Proseguendo ora a sinistra sulla strada asfaltata, in poco tempo si raggiunge il Santuario della Beata Vergine di San Luca (fontana). Da qui è possibile scendere a Bologna tramite il suggestivo porticato fino all’arco del Meloncello oppure, in alternativa, tornare al punto di partenza tramite un affascinante e noto sentiero detto de’ Bregoli. Quest’ultimo lo si prende tornando indietro dall’asfaltata Via di San Luca per circa 500 metri e passato il parcheggio, sulla destra, scende l’affascinante sentiero CAI 112/A fino a raggiungere la chiesa di San Martino, punto di partenza di questo trekking.
Da segnalare, subito prima della fine del percorso, l’ingresso al rifugio antobomba; questo venne utilizzato dai casalecchiesi fino agli ultimi giorni della guerra.
DOMENICA 23 LUGLIO ORE 8.30 Ritrovo Casa della Conoscenza Casalecchio o Monteveglio centro-
Parco di Monteveglio : La corte e i prati di San Teodoro
Il sentiero si articola in due distinte porzioni concepite per essere percorse sia separatamente che di seguito. La prima parte è un breve percorso ad anello che si sviluppa all’interno della corte di San Teodoro; in questa prima porzione gli elementi salienti sono l’antico nucleo rurale con l’abitazione, la stalla-fienile, un modesto e recente rustico e il pozzo, che nell’insieme costituiscono una notevole testimonianza delle tipologie costruttive tradizionali, e gli spazi di pertinenza della corte, con il vecchio filare di gelsi che segnava il confine con la parte coltivata.
La seconda parte del sentiero disegna un ampio percorso ad anello, che si stacca dal tracciato precedente a partire dal filare di gelsi, e risale la dolce pendice che segna il piede del colle di Monteveglio. La piacevole passeggiata, offre un discreto scorcio del tipico paesaggio agrario che ha per secoli caratterizzato la campagna bolognese, con le piantate (i filari di vite maritata a sostegni vivi) che si alternavano a regolari appezzamenti coltivati a prato o a cereali. Nel tratto più a monte il tracciato costeggia un lembo di bosco e un arbusteto, offrendo l’occasione per osservare da vicino ambienti a carattere più naturale, oggi diffusi su gran parte del colle di Monteveglio.
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